A mille ce n’è, nel mio bilancio di debiti da pagar! (da pagar)
Il nosto amico cantastorie e’ tornato con una leggenda da narrarci…
ASA legend. Prima puntata.
Dopo la Manifattura, un’altra saga ha inizio, per ingannare i tristi pomeriggi autunnali.
Vi si cantano le gesta e le irresistibili ascese di geometri intraprendenti, la passione gestionale di politici con pochi scrupoli (e pochi titoli), le architetture societarie degne di Wall Street, i top manager con la terza media, i consulenti di idraulica, e, da ultimo, la cronaca giudiziaria, quale provvisorio ed inglorioso approdo di questa bella avventura canavesana di fine millennio…
Andiamo con ordine. Come certo saprete, ASA nasce nel 1989 come consorzio pubblico di Comuni, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di 4 Comunità Montane: siccome prima le cose funzionavano in modo un po’ artigianale, cioè ogni comune aveva i suoi spazzini che andavano in giro col camioncino a svuotare i bidoni e buttavano tutto dove capitava, si decise di por fine a tale indecenza, mettendo insieme camioncini e spazzini e costringendo i comuni a consorziarsi per risparmiare sui costi di gestione e sulle discariche, e fin qui tutto bene…
Con Cuorgné le cose non furono tanto facili, in quanto Cavalot, eletto Sindaco nel 1994, non aveva nessuna intenzione di consorziarsi con gli altri comunetti dei dintorni, in quanto sosteneva, che Cuorgné ci avrebbe rimesso, pagando il servizio più dei comuni piccoli a causa del suo maggior numero di abitanti…
Il giovane presidente del Consorzio, il geometra della Comunità Montana Valle Sacra Emidio Filipponi, dovette fare i salti mortali per convincerlo a mettersi il cuore in pace ed a rinunciare agli introiti della spazzatura girandoli al Consorzio, infatti, nei primi tempi il Sindaco era talmente arrabbiato che seguiva in macchina, alle tre di notte, la pulitrice dell’ASA, per verificare di persona che non lo fregassero e pulissero bene tutte le strade cittadine o, almeno, quelle in cui abitavano i suoi elettori…
Anche la Comunità Montana Alto Canavese fu costretta ad anticipare un sacco di soldi per Cuorgné, finché Emidio, con la sua persuasione e la sua perseveranza, nonché con incontestabile simpatia, convinse il monolitico Cavalot ad aderire ed a corrispondere al consorzio ASA tanti soldini pro capite dei suoi amministrati.
A questo punto, siamo nel 1995, l’ASA diventò un’Azienda Speciale, struttura amministrativa studiata dal Legislatore per consentire agli Enti Locali l’espletamento di molteplici servizi pubblici, e nel 2001 “raggiunse la pianura”, come dicono loro, associando 12 Comuni e tirando dentro anche Rivarolo, la sedicente odierna capitale del Canavese Occidentale.
Nel frattempo la cosa si è gonfiata perché il Parlamento Italiano, stufo dei rischi connessi alla gestione dei servizi pubblici comunali tramite mazzette, decise di promuovere le forme associative tra enti locali, anche al fine di creare un reddito per quei politici che, durante gli anni di Tangentopoli, erano riusciti a restare fuori di galera, o ne erano appena usciti, e che, diversamente, sarebbero morti di fame o avrebbero dovuto lavorare…
Così la nostra Azienda Speciale, in qualità di ente strumentale dei Comuni consorziati (ente degli enti), costituita unicamente per raccogliere la spazzatura, è stata dotata di autonoma personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale e statutaria, nonché di organi (poltrone) che sono, come in ogni azienda che si rispetti, il consiglio di amministrazione, il presidente e il direttore, al quale, come vi sarete accorti ultimamente, competeva in via esclusiva la responsabilità gestionale.
L’azienda, come gli enti pubblici, doveva informare la sua attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità (HA HA HA!!!) con obbligo del pareggio di bilancio (!!!!!!), da perseguire attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi (), compresi i trasferimenti, mentre, dal punto di vista organizzativo, l’ordinamento ed il funzionamento erano disciplinati dallo statuto e dai regolamenti interni.
Il Consorzio, la cui sede era all’inizio a Borgiallo, salì poi a Colleretto Castelnuovo, ma solo per spiccare un balzo felino ed appropriarsi, dal 2002, dell’area industriale dismessa di Castellamonte, ex Cogne – Comer di località Sant’Antonio, piazzandosi su una superficie complessiva di circa 13mila metri quadrati, in previsione delle future necessità di spazio…
I Comuni, dal canto loro, le conferirono il capitale di dotazione, cioè quello di base per iniziare e portare avanti le proprie attività, e ne determinarono le finalità e gli indirizzi, che, teoricamente, avrebbero dovuto consistere nella sola raccolta dei rifiuti, che era comunque già una bella gatta da pelare…
Inoltre, siccome pagavano, i Comuni del Consorzio approvavano anche gli atti fondamentali dell’ASA, ovvero: il piano-programma, comprendente un contratto di servizio a disciplina dei rapporti tra i consorziati e l’ASA, i bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale, il conto consuntivo, il bilancio di esercizio…
Però, da quanto è emerso di recente, sembra che, nei Comuni consorziati, nessuno abbia mai visto niente del genere, o forse vedevano dei pezzi di carta con sopra dei numeri, ma non capivano bene di cosa si trattasse …
Peccato, perché i Comuni consorziati avrebbero dovuto esercitare la vigilanza sull’Azienda e verificarne i risultati della gestione, ma non solo i Comuni, perché lo statuto prevede anche un apposito organo di revisione tipo collegio dei revisori dei conti, nonché forme autonome di verifica della gestione, che, nel nostro caso, sono state un po’ debolucce….
Invece, una cosa che i Comuni certamente hanno fatto in abbondanza è stato provvedere alla copertura dei costi sociali dell’ASA, con i soldini delle nostre tasse…, tuttavia non si può dire che all’ASA siano stati con le mani in mano in attesa dei soldi dei Comuni, il direttor Filipponi ha capito fin da subito che, se voleva restare sul mercato, la parola d’ordine era “differenziare”, e non solo l’immondizia, ma anche le attività dell’ASA, perché ogni nuova attività voleva dire contributi ed ogni contributo voleva dire nuove attività, ed il tutto voleva dire nuovi posti di lavoro, nuovi enti consorziati e così via…
Perciò a questo punto, noncurante delle finalità ed indirizzi determinati dai sindaci, l’ASA si è stufata di raccogliere solo l’immondizia, ed ha deciso di crescere in maniera esponenziale dedicandosi ad altri settori di attività, affini o meno, purché beneficiati da contributi pubblici.
Se questa situazione vi sembra già familiare, vorrete certo saperne di più su come il nostro consorzietto sceso giù dai monti sia diventato la tentacolare holding di strada del Ghiaro Inferiore, ma dovrete pazientare ed attendere la prossima puntata…
A proposito: sapete cos’è il Ghiaro Inferiore? E’ un animaletto che si nutre di contributi regionali
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